Prof. Massimiliano Ellena

Referente dal 2023-24

martedì 2 febbraio 2010

L'Argentina al Baretti

film HIJOS
Regia di Marco Bechis

Italia • 2001 • 100’

Un'impietosa ricognizione nei retaggi del dramma argentino. Buenos Aires, durante la dittatura militare. Una desaparecida prigioniera partorisce due bambini, maschio e femmina. Lei è "salvata" dall'ostetrica, lui viene espropriato dalla famiglia di un gerarca. Milano, oggi. Javier conosce Rosa, una ragazza che arriva dall'Argentina e si dice convinta di essere sua sorella. Partiranno insieme verso Barcellona per fare l'esame del Dna e riallacciare il legame di sangue con la loro storia e la loro identità.





Incontro con Marco Bechis



Presenti in sala Victoria Donda –

autrice del libro "Il mio nome è Victoria" e

Caterina Giargia - scenografa e costumista

del film 'FIGLI/HIJOS'





In occasione della proiezione del film 'FIGLI/HIJOS'



Martedì 2 febbraio 2010, ore 21.00

Cineteatro Baretti, Via Baretti, 4 – Torino





Martedì 2 febbraio alle ore 21.00 al CineTeatro Baretti, in occasione della proiezione del film 'FIGLI/HIJOS', il regista Marco Bechis, presente in sala, al termine della visione della pellicola dialogherà con il pubblico. Oltre al regista presenzierà Caterina Giargia, scenografa e costumista del film, nonché di 'Garage Olimpo' e 'La terra degli uomini rossi', con la quale sarà possibile affrontare anche aspetti tecnici.

A impreziosire la serata parteciperà Victoria Donda, autrice del libro 'Il mio nome è Victoria' (ed. Corbaccio, 2010), una storia autobiografica che racconta il 'dramma argentino' vissuto dalla sua famiglia.

Questo appuntamento di Portofranco, in linea con i principi ispiratori e le scelte artistiche del Baretti, sarà un'occasione per approfondire, anche se solo per poche ore, un capitolo atroce di quello a cui ha condotto la dittatura militare argentina.





Marco Bechis è nato a Santiago del Cile da madre cilena e padre italiano. Cresciuto tra San Paolo e Buenos Aires, nel 1977 viene espulso dall'Argentina e approda a Milano. Da allora vive e lavora nella casa autogestita milanese. Ha trascorso lunghi periodi a New York, Los Angeles e Parigi. Oltre al cinema coltiva altri interessi: è maestro elementare a Buenos Aires, fotografo polaroid e video-artista a New York. Nel 1981 partecipa ad una scuola di cinema, l'Albedo di Milano. Nel 1982, realizza a Milano Desaparecidos, dove sono?, video-installazione su un campo di concentramento argentino, da cui poi trae il film Garage Olimpo. Nel 1985 scrive Chip, da racconti di Borges. Discute con l'autore la sceneggiatura ed inizia a lavorare al film ma l'autore muore l'anno dopo ed il film si interrompe. Dal 1983 al 1988 collabora con lo Studio Pontaccio di Milano dirigendo e producendo film brevi per la RAI, gira Absent, video sperimentale che vince il Festival di Salsomaggiore 1984. Nel 1985 è consulente per la realizzazione dei video nel film Ginger e Fred di Federico Fellini. Nel 1987 gira per RAI, Storie Metropolitane, film brevi in sette città del mondo. Nel 1991 esordisce nel lungometraggio con Alambrado (Festival di Locarno 1991) Dal 1994 al 1996 gira in India il documentario Luca's film, dedicato al suo amico Luca Pizzorno, scultore, artista e fotografo, morto lo stesso anno (Festival di Locarno 1996). Nel 1995 scrive (ma non dirige) Il Carniere, un film sulla Bosnia. Vince il Premio Amidei 1997 alla miglior sceneggiatura italiana dell'anno. Il suo secondo lungometraggio è Garage Olimpo (1999), la storia di un campo di concentramento in Argentina, durante la dittatura militare (52° Festival di Cannes). In Figli/Hijos, il terzo film, racconta il dramma dei figli di scomparsi argentini illegalmente adottati da famiglie di ex-militari (Mostra del Cinema di Venezia del 2001).

I suoi film hanno vinto 14 premi internazionali. Nel 2004 fonda Karta Film e inizia la preparazione di La Terra degli Uomini Rossi – Birdwatchers, suo primo film come produttore, in collaborazione con la Classic di Amedeo Pagani.





Victoria Donda

Nel 1977 i genitori di Victoria furono sequestrati dai militari argentini. Mentre il padre fu subito ucciso, si consentì alla madre, incinta di cinque mesi, di partorire prima di essere giustiziata. Victoria fu data in adozione a una famiglia vicina al regime, dove crebbe con il nome di Analia, ignara della sua storia. Fino a che l'associazione delle nonne di Plaza de Mayo non la individuò come la "nipote numero 78". Così, a ventisette anni, nel 2005, la sua vita subisce una svolta sconvolgente. La sua identità è a pezzi e le tocca in sorte di "nascere" una seconda volta, figlia di altri genitori, orfana, consapevole del male che ha subito e che con lei hanno subito migliaia di giovani della sua generazione. Ma recuperato il nome che sua madre aveva scelto per lei, Victoria, saprà anche superare la crisi.

Segnalazione del prof. Luca Debarbieri

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